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I Marlene Kuntz a Capoterra

241193416 4215447721901182 6284052550699271999 nSabato scorso, il 4 settembre per essere precisi, al Parco Urbano si è tenuto il concerto dei Marlene Kuntz, storica band piemontese attiva dai primi anni ’90 e ufficialmente presente sulla scena musicale italiana dal 1994 con l’album Catartica. Il concerto di sabato è stato 1 dei 10 programmati in tutta Italia dalla Band, in un contesto molto particolare, quello del covid, con tutte le restrizioni annesse, da cui il nome del tour: “Post-pandemic tour”. Al concerto hanno partecipato 500 persone (la metà della capienza dell’anfiteatro): distanziamento e green pass obbligatorio, ma non hanno per niente interferito con l’umore degli spettatori e con la performance della Band.


Ad aprire il concerto, il nostro compaesano Andrea Cannucci, cantautore cresciuto ascoltando i Marlene, come lui stesso ha dichiarato, accompagnato da Giuseppe Aledda. Cannucci è stato chitarrista e fondatore della band “The Erotik Monkey”, dove ha militato fino al 2015 e con la quale ha pubblicato ben quattro album. Tra il 2016 e 2017 si dedica ad un progetto chiamato “La pioggia” con l’amico Giuseppe Aledda. Nella band compare pure Samuele Dessì, il quale, oltre che chitarrista e arrangiatore, si è dedicato alla produzione e mixaggio dell’album “Inverno”. Dal 2020, in piena quarantena, Cannucci, impossibilitato ad esibirsi con la band “La Pioggia”, si dedica ad un suo progetto solista pubblicando un album, “Gatti e Leoni”, autoprodotto e registrato interamente in casa: psichedelico, sperimentale, capace di trascinare l’ascoltatore in un’altra dimensione. Sabato, durante l’esibizione, Cannucci ha eseguito quasi interamente l’album “Gatti e Leoni” ad eccezione de “Calici di Vino”, brano che fa parte di un’altra raccolta personale, esibendosi in una magistrale performance acustica in chiave “alternative” e introducendo abilmente la band cuneese.
I Marlene Kuntz, arrivati con 20 minuti di ritardo (quasi accademici), non hanno annoiato né deluso i tanti fans arrivati da tutta l’Isola. La scaletta è stata studiata nei minimi dettagli, capace di trascinare come sempre gli spettatori in una atmosfera unica, spezzata solo dalle profonde riflessioni di Godano sui temi di attualità. Dopo “Osja, amore mio” - profondo brano presente nell’album “Nella tua luce” – Cristiano spiega a modo suo il significato, raccontando di come nella Russia di Stalin, che lo ha definito “il peggior dittatore della storia”, gli intellettuali erano visti come dei nemici e quindi perseguitati dal regime. Ispirato al poeta russo Osip Mandel'štam e a sua moglie, la pittrice Nadja Chazina, il brano narra di come la moglie decida di imparare a memoria tutta la produzione poetica del marito, così da distruggere le opere al fine di evitare persecuzioni da parte della polizia. Vengono comunque esiliati dalle “grandi purghe” staliniane .“Osja, amore mio” è dunque, secondo i Marlene, un brano di puro amore. Quale altro gesto, se non imparare a memoria tutte le opere del marito per salvarlo da una condanna a morte, dimostra l’amore verso una persona?
Godano ha così poi spiegato che in Italia non c’è nessun regime, nessuna dittatura. “Se ci fosse stata, non sarei qui a parlare da un palco” come ha precisato. Un vero e proprio schiaffo morale a tutti quelli che si riempiono la bocca con frasi senza significato in merito alla situazione sanitaria in cui stiamo vivendo. Simpatica anche la battuta su come da Piemontesi siano sempre attratti dalla “frizzante” Sardegna.
La serata si è conclusa dopo un’ora e mezzo di spettacolo con “Nuotando nell’aria”, capolavoro, a mio avviso, della musica italiana contemporanea, che ha mandato letteralmente il pubblico in visibilio.
Concerto sublime e indimenticabile.
Complimenti a tutto lo staff de Il Parco Urbano di Capoterra che, assieme al Fabrik di Cagliari, sono riusciti ad organizzare un bellissimo evento e, soprattutto, senza nessun problema di ordine pubblico. A dimostrazione che Capoterra ha delle potenzialità sul piano culturale. Sperando non si tratti di una mosca bianca, ci auguriamo che la nuova gestione del Parco Urbano sia sulla strada giusta e venga affiancata dall’Amministrazione in questo lungo percorso.
Foto di Roberto Mulliri