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Cose da fare post quarantena #2 laguna di Santa Gilla, stagno di Capoterra

Se la montagna non è il vostro forte, allora potrebbe piacervi la zona umida di Capoterra e la sua laguna. Quante volte ci siamo passati a fianco con l’auto ignorandola o, al contrario, l’abbiamo ammirata o semplicemente guardata di sfuggita dal finestrino dell’autobus? Infinite volte. Dunque, è arrivato il momento di fare una visita a questo piccolo angolo di paradiso. Se non siete muniti di bicicletta è il momento giusto per acquistarne una. La morfologia della laguna, con la sua viabilità interna, si presta molto bene al ciclo trekking.
Sfruttando la pista ciclabile, inaugurata qualche anno fa, partendo da Via Trieste e seguendo l’argine del rio santa Lucia, ci si addentra nell’area antistante la foce del fiume, nei pressi dell’insediamento urbano “la residenza del sole”. Se invece la vostra passione è l’equitazione, alcuni maneggi nostrani organizzano periodicamente delle escursioni in sella ai cavalli. Occorre però attraversare il fiume e spostarsi sull’argine opposto per poter seguire il sentiero sterrato per visitare più da vicino la laguna, gli ingressi sono due: da Riu Boi davanti l’impianto di compostaggio, oppure dalla 195SS sotto il ponte della ex Rumianca.


Onde evitare il traffico, vi consigliamo di seguire la strada sterrata che dalla Residenza del Sole passa attraverso Tanc’e Turra con i suoi caratteristici vecchi pozzi della Saras e sbocca davanti l’impianto di compostaggio. La Laguna è un posto molto affascinate per via della sua biodiversità, tant’è che risulta “Zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar”, ma soprattutto per l’avifauna. Studiosi o semplici appassionati di birdwatching giungono da tutto il mondo per ammirare le decine di specie tra migranti e stanziali che trovano rifugio nello stagno. Facile imbattersi negli ormai autoctoni fenicotteri rosa piuttosto che in cavalieri di Italia o aironi. Non mancano i falchi di palude, i martin pescatore, i gruccioni e via discorrendo. Con un buon binocolo è facile perdersi nell’osservazione di questi volatili. Ma cercate di prestare attenzione a non fare troppo rumore: non amano essere disturbati.
Recentemente, grazie ad un progetto europeo, la Laguna viene costantemente monitorata e tutelata. Il progetto LifeGilia, anni fa, costruì diversi punti di osservazione e installò la segnaletica ormai danneggiata dal tempo e dalle intemperie. Lo stagno di Capoterra, inoltre, è noto per la ricca presenza di pesci, soprattutto muggini. Tanti sono i pescatori che, con le loro caratteristiche imbarcazioni, solcano lo specchio d’acqua recuperando le reti e il pescato nelle prime ore della mattina. Proseguendo la passeggiata verso sud, prendendo come punto di riferimento la torre piezometrica della Maddalena Spiaggia, ci si immerge completamente in un mondo unico, tanto che nel 1976 il governo decise di candidarlo al riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità, da allora è rimasto solo designato e i motivi sono più che ovvi: costruire un inceneritore, un impianto di compostaggio, un depuratore e un hotel in un’oasi naturalistica non è stata una brillante idea. Ad ogni modo, prestando attenzione, non è difficile imbattersi anche in alcuni mammiferi. Volpi, ricci e la sfuggente donnola, nota come “bucamèli”, possono apparire all’improvviso e sparire altrettanto rapidamente. Il giro termina proprio davanti al pontile, ma con le opportune autorizzazioni da parte dell’Eni, è possibile, in alcuni giorni dell’anno, far visita alla restante laguna che fiancheggia la SS195, oppure dietro l’inceneritore. Un’area vasta migliaia di km quadrati suddivisa per lo più in caselle per la produzione del sale ma altrettanto ricca di fauna e flora che merita di essere assolutamente visitata.

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