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Cose da fare post quarantena #1 Escursione gola Is Cioffus

In questi giorni di quarantena, chiusi in casa, la voglia di “evadere” cresce di giorno in giorno. La fine del lockdown si avvicina e in molti già pregustano la tanto agognata libertà. C’è chi non vede l’ora di fare una lunga passeggiata in spiaggia o per le vie della città, chi una capatina al bar preferito e chi, invece, una escursione tra i boschi.
Se appartenete all’ultima categoria, allora questa piccola guida potrà esservi utile.
La gola de Is Cioffus si trova nel territorio del Comune di Sarroch, nel Parco Naturale del Sulcis, nella suggestiva foresta di Monti Nieddu, a pochi chilometri da Capoterra. La si può raggiungere in diversi modi, a seconda del vostro mezzo di trasporto. Se volete risparmiare tempo e raggiungere in auto il più vicino parcheggio, potete arrivarci in due modi: da Capoterra attraverso “Is Scillaras” (o Is Gillaras) o dalla diga di Monte Nieddu, passando per Sarroch.


Noi, per forza di cose, vi invitiamo a passare da Capoterra.
Il percorso esatto lo trovate facilmente su Google: guide, siti specializzati, semplici appassionati di trekking hanno messo a disposizione tutto il necessario. Ma se avete dimestichezza del nostro territorio sappiate che ci si arriva molto facilmente passando per Baccalamanza seguendo le indizioni per la centrale Enel, si prosegue per 6 km lungo la salita per S’Enna sa Craba e, infine, si scende per circa 3km a Is Scillaras (O Gillaras ) dove potrete parcheggiare l’auto.
Perché visitare la gola di Is Cioffus?
Perché si tratta di un incredibile canyon, frutto di migliaia di anni di erosione da parte del rio Bidd’e Mores. Si snoda per circa due chilometri, tra pareti di granito rosso alte fino a 200 metri che si restringono a tal punto da poterle toccare allargando le mani. La vegetazione è varia e rigogliosa grazie alla continua presenza di acqua tutto l’anno; facile incontrare rapaci volteggiare lungo le pareti.
Ci si arriva dopo qualche ora di trekking (dipende dalle vostre gambe) e serpeggiando lungo una vecchia mulattiera usata dai carbonai (di cui ancora ci sono le tracce in vecchi insediamenti in pietra) attraverso una fitta foresta secolare di lecci e ginepri, veri e propri monumenti naturali. Occorre abbandonare la mulattiera e inoltrarsi nella vegetazione per arrivare fin sopra un’altura da cui è possibile scorgere la prima parte della Gola con il suo caratteristico torrente che scorre a tratti in superficie, a tratti sotto le pietre, e le sue peculiari piscine naturali verde smeraldo. Dopo alcune ore di cammino, saltellando da una roccia all’altra e guadando il fiume (se ci andate durante il periodo delle piogge) la gola termina con un restringimento ad “imbuto”: le pareti sono strettissime quasi a formare una volta, creando un effetto claustrofobico. Il passaggio stretto è lungo poche decine di metri ma pur sempre molto affascinate, per aprirsi nel versante sud, nel territorio di Sarroch dove il torrente va ad alimentare la vicina diga di Monti Nieddu, attualmente in costruzione. A questo punto l’ideale sarebbe rientrare a ritroso oppure, per i più avventurieri, raggiungere su Medau di Monti Nieddu con la relativa dispensa del Corpo Forestale, da lì, proseguendo per un lungo sentiero, attraverso la fitta vegetazione, ritornerete, completando un anello, al punto di partenza. Se non siete pratici e poco esperti della zona, portatevi un navigatore offline. Il costo per il vostro recupero da parte dei soccorsi potrebbero addebitarvelo!

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