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Servizio delle Iene sul polo industriale di Sarroch, alcune considerazioni

Tutti abbiamo visto il servizio delle Iene andato in onda il 15 marzo, dove, in poco più di 11 minuti, è stata "riassunta" la situazione attorno al polo industriale di Sarroch. Ora, lungi da noi essere esperti in materia, ci sono sembrati però alquanto strani alcuni particolari del servizio. In primo luogo le famigerate canaline delle serre in lamiera zincata. A sentire i proprietari, corrose dalle polveri metalliche emanate dal polo petrolchimico. Chiunque abbia avuto esperienza con questo genere di materiale sa benissimo che zincato non significa indistruttibile, anzi. Dopo trentanni di esposizione alle intemperie e vicinanza al mare anche l'acciaio inox inizierebbe a dare segni di "stanchezza". Inoltre, per quanto grande possa essere un lago artificiale all'interno di una proprietà privata, dubitiamo che l'acqua piovana, convogliata in quella pozza, attraverso le grondaie, sia stata sufficiente ad alimentare la serra 365 giorni l'anno per tutti i vari cicli produttivi. C'è poi da dire che i metalli, più pesanti dell'acqua, si sarebbero dovuti depositare sul fondo e non stare in sospensione. In secondo luogo, il servizio ha diffamato l'azienda del vicino agricoltore che continua tranquillamente a lavorare le sue serre.

È stato anche subdolamente accusato di aver usato fondi regionali per restaurare la sua azienda e quindi nascondere la corrosione. Ora, quei fondi sono a disposizione di tutti gli agricoltori, il signore non ha rubato nulla e continua a lavorare secondo le tecniche odierne. Infatti, nonostante il simpatico conduttore abbia sottolineato che i pomodori prodotti in quelle serre finiscano nei mercati del nord Italia, non ha approfondito la tecnica utilizzata dall'agricoltore. I più attenti avranno notato che la coltivazione avviene "fuori dal suolo", ossia attraverso sacchi pieni di torba (generalmente provenienti dalle torbiere dei Paesi Bassi) in cui le radici dei pomodori o delle varie colture crescono dentro gli stessi e, quindi, al di fuori della terra e alimentate con un sistema computerizzato di irrigazione, il quale modifica costantemente ph e sali presenti nell'acqua per ottenere il massimo da ogni singolo lotto. Con questo non vogliamo dire che il proprietario della serra distrutta dalla corrosione stia mentendo, ma se ce l'ha fatto il suo vicino a continuare a produrre non capiamo perché quella serra sia stata abbandonata.

L'intervista al sindaco Mattana, nei pochi secondi di intervista, offre allo spettatore l'immagine del solito politico sempre attento a difendere gli interessi di pochi a svantaggio dell'ignara popolazione. In realtà abbiamo saputo che l'intervista con il Sindaco di Sarroch è durata circa 2 ore e a noi poveri spettatori hanno mostrato solo frammenti. Frammenti ben tagliati e impacchettati in base al loro "format" a cui ormai siamo ben abituati.

Idem per la centralina di monitoraggio. Il servizio ha mostrato solo quello che hanno voluto in sala regia, dipingendo l'assessore come una persona non solo impreparata ma disposta a mentire pur di tutelare gli interessi di una azienda. I valori delle particelle inquinanti imposti per legge sono stati fissati dalla politica nazionale, europea e internazionale, e per ciò poco possono dei consiglieri comunali contro protocolli firmati da decine di stati a livello mondiale in materia di inquinamento. Il servizio, in sintesi, ci è sembrato alquanto scarso oltre che ipocrita da parte di una troupe arrivata con un aereo che consuma circa un chilo di cherosene al secondo ed emette l'equivalente di centinaia di migliaia di auto di CO2 nell'atmosfera. Dall'aeroporto a Sarroch si saranno spostati in taxi o con un ncc di certo non elettrico. La troupe, inoltre, arriva da Milano che è notoriamente 10 volte più inquinata di Sarroch e hanno ben poco da fare gli schizzinosi sui pomodori sardi.

Certamente i campi attorno al polo industriale non saranno più quelli di 60 anni fa. Sarebbe da stupidi credere al contrario. Una raffineria come quella della Saras, che brucia idrocarburi nei forni per raffinare il petrolio, non è certamente un'industria green ma pensare di chiuderla solo perché i frichettoni dell'ultima ora hanno deciso che va chiusa ci sembra una cazzata inaudita. Piuttosto, sarebbe opportuno che le stesse persone che si lamentano iniziassero a dare il buon esempio e evitassero di votare gli stessi politici che sostengono prassi a tutela dei magnati dell'industria. Non dimentichiamoci che attorno a Capoterra ci sono altri poli industriali che inquinano anche più dell'area industriale di Sarroch. E nonostante ciò, le elezioni comunali sono state vinte anche da coloro che sono stati "in gita" per le industrie di Macchiareddu, tra selfie, risate e strette di mano, quando la popolazione lamentava miasmi e allergie, lasciando tutto com'era.

Per farci un'idea, basta infatti leggere e confrontare le tabelle del monitoraggio della qualità dell'aria per farsi subito un'idea di quanto l'ambiente attorno e dentro il centro abitato di Capoterra sia inquinato. Dai siti web del Comune di Capoterra e Sarroch è possibile raffrontare alcuni valori tra i più noti e pericolosi, come il PM10, calcolato in microgrammi per metro cubo(µg/m3). Nel mese di febbraio 2017 Capoterra ha avuto una media di 29.9 µg/m3, mentre Sarroch 27.15. µg/m3 (calcolando i valori di ogni singola centralina).
Non osiamo immaginare i campi in prossimità dei poli industriali quanto siano inquinati.
Inoltre, non soltanto Sarroch è nota per le gravi patologie alle vie respiratorie, ma anche Capoterra ha la sua lista di malati, così come Assemini. Il servizio televisivo sarebbe stato più completo se avessero mostrato e confrontato i dati reali sia di Sarroch e sia di Macchiareddu anziché realizzare il solito "scandalo" preconfezionato per discorsi da bar. Ad ogni modo, a dimostrazione di quanto la politica nostrana e regionale sia lontana anni luce dall'affrontare i problemi relativi all'inquinamento, nel complesso di Macchiareddu, i lavori per la nuova centrale a biomasse continuano.