Nel nord Sardegna, a Martis e in vari comuni dell’Anglona e Goceano, in tale giorno si celebra l’antica festa di Sant'Andrea: la notte del 30 novembre gli adulti vanno per le vie del paese percuotendo fra loro graticole, coltelli e scuri allo scopo di intimorire i ragazzi e i bambini che nel frattempo vagano per le strade con delle zucche vuote intagliate a forma di teschio e illuminate all'interno da una candela.
I giovani, quando vanno a bussare nelle case, annunciano la loro presenza battendo coperchi e mestoli e recitando una enigmatica e minacciosa filastrocca nella locale parlata sardo-corsa Sant'Andria muzza li mani!! (Sant'Andrea mozza le mani) ricevendo in cambio, per questa loro esibizione, dolci, mandarini, fichi secchi, bibite e denaro.
La Sardegna vanta numerosi dolci atti a commemorare le festività di inizio Novembre.
La sapa fa da padrona in queste delizie. Fra i più importanti ricordiamo “Sa pabassinasa”,” Sa tericcasa”, “Su pani e saba” e “Su fattu e cottu”, quest’ultimo chiamato così poiché non necessita della lievitazione prima della cottura.
Insieme alla Gastronomia Grand Gourmet scopriremo l’antico dolce selargino : Su fattu e cottu
Ingredienti: mandorle, noci, zucchero, uova, farina, strutto, cannella, canditi, sapa, latte, lievito e “sa saba”.
Dopo aver con cura impastato tritato le mandorle e le noci, si mescolano assieme tutti gli ingredienti. L’uva va aggiunta per ultima assieme al lievito.
Si dispone l’impasto in una teglia forno unta di strutto.
La cottura varia da un’ora a due, in base all’altezza dell’impasto e al tipo di forno.
Lasciar freddare la torta, poi bagnarla con la sapa e guarnirla con i diavoletti.